Sistemi di Aeromobili a Pilotaggio Remoto

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Sistemi di Aeromobili a Pilotaggio Remoto

Articolo di tipo Articolo   pubblicato nel numero di Dicembre 2015 dell’Alpino

Nel processo di miglioramento e sviluppo della propria capacità operativa in risposta alle emergenze, la Protezione Civile Ana non può interrompere il collegamento con l’evoluzione della tecnica. La ricerca di strumenti che possano accrescere l’operatività e la protezione dei volontari è un processo che ci vede quotidianamente impegnati.

 È per questo che i Sistemi di Aeromobili a Pilotaggio Remoto (Sapr), cosiddetti “droni”, rappresentano il nostro ultimo obiettivo. Lo scorso 13 novembre al Circolo ufficiali in Castelvecchio, a Verona, è stato presentato alla stampa l’ultimo nato, alla presenza di numerose e qualificate autorità e di tanti volontari che hanno contribuito alla realizzazione del progetto. Nel perseguire questo ambizioso progetto di ricerca la Sede Nazionale si è avvalsa della collaborazione tecnica della Sezione Ana di Verona che conta, tra le fila, esperti in materia e che è stata scelta come centro di riferimento per la formazione e l’addestramento dei volontario di questa nuova specialità.

Un drone di 12 chili ha un’autonomia di 30 minuti e con i suoi otto motori raggiunge una velocità di 90 km/h. È un attrezzatura che può funzionare anche con due motori fuori uso e in condizioni meteorologiche avverse, peculiarità che aumentano la sua affidabilità. Quello in dotazione alla nostra Protezione Civile ha ottenuto la certificazione dell’Ente Nazionale Aviazione Civile ed è già stato collaudato.

Per ora si tratta un unico apparecchio, entrato in servizio in via sperimentale dallo scorso luglio. Le immagini ad alta definizione che la telecamera registra possono essere visualizzata anche su iPad e smartphone e la connessione tra macchina e operatore è possibile fino a 2,5 chilometri di distanza. Il drone è pensato per essere modulare e modificabile in base alle esigenze e il suo impiego si affianca a quello dei velivoli ad ala fissa.

«Potrà muoversi in luoghi pericolosi per volontari e operatori, per individuare situazioni di pericolo, di catastrofi naturali e, soprattutto, intercettare la presenze di persone disperse anche in condizioni climatiche avverse», ha spiegato Aurelio La Monica, responsabile per la sicurezza del reparto volo della Sezione di Verona. Giuseppe Bonaldi, coordinatore nazionale della Protezione Civile Ana, ha ricordato che in Italia ci sono 13.500 volontari dell’Associazione, impegnati nelle diverse specialità e questo nuovo reparto può rappresentare un motivo di richiamo per tanti giovani.

L’obiettivo dell’Ana è quello di ampliare il progetto a tutto il territorio nazionale, rivolgendosi alle numerose Sezioni che hanno già manifestato interesse per questa nuova tecnologia, facilitando in tal modo interventi più rapidi e capillari sul territorio in caso di necessità. Bonaldi ha ribadito che «esiste una Convenzione dell’Ana con l’Università di Genova per lo sviluppo di queste nuove attrezzature e sarà ancora la squadra droni di Verona a rappresentare il nostro interlocutore tecnico». (g.b.)